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Il vastese che fondò Londra

da Giovanna Colantonio
C’è una storia nella storia che collega due città a millenni di distanza, e arriva fino ai nostri giorni per poi dissolversi nel nulla. È la storia di un abitante di Histonium, l’antica Vasto romana, e la nascita della città di Londra, ed è la storia dello studioso che ne seguì le tracce. Nel 43 d. C., un valoroso soldato appartenente a una delle famiglie histoniensi più importanti e longeve, la gens Hosidia, sotto l’imperatore Claudio, guidò in modo decisivo una legione dell’esercito romano alla conquista della Britannia. Dopo due giorni di battaglia, i soldati di Geta riuscirono a sconfiggere i britanni incalzandoli sulle rive del Tamigi, dopo averlo attraversato a nuoto, e Osidio Geta sferzò l’attacco definitivo. Per il suo epico e fondamentale contributo, Geta ricevette le insegne trionfali e i suoi concittadini eressero una statua in bronzo per celebrarlo, di cui oggi è rimasto solo il basamento, conservato presso il Museo Archeologico di Vasto. All’indomani della vittoria, all’alba di un nuovo glorioso giorno, il nostro antico concittadino disegnò sulle sponde del Tamigi dei confini di un villaggio che chiamò Londinium, e mise la prima pietra di quella che poi sarebbe diventata l’attuale metropoli e capitale del Regno Unito: Londra. La storia appassionò diversi studiosi, tra cui lo storico e Premio Nobel tedesco Theodor Mommsen, che si recò a Vasto per visionare di persona un’iscrizione antica dedicata proprio a Osidio Geta. È fine ‘800. Corsi e ricorsi storici ci portano fino al 1970, quando un altro studioso, stavolta londinese, arriva a Vasto per approfondire gli studi dell’autorevole Mommsen. Il giovane archeologo in questione è Andrew Slade, uno dei più grandi storici che l’intero Abruzzo abbia mai avuto. Il professor Slade studia continuamente per trovare nuove tracce e prove definitive, cerca la verità in sentieri mai battuti prima, rimane notti intere dentro archivi e musei, dimenticandosi dell’orario di chiusura. Si trasferisce definitivamente a Vasto e mette su un archivietto casalingo con circa 20mila volumi di scritti e manoscritti, ma non pubblica nulla, perché -si racconta- conosce  tutto a memoria. All’improvviso accade qualcosa di strano: a seguito di una vicenda familiare, viene sfrattato di casa e tutti i suoi volumi sequestrati. Andrew Slade, rimasto solo e senza più nulla, è costretto a tornare a Londra. Da quel momento di lui si perdono completamente le tracce. Abbiamo ascoltato strambe testimonianze sulla sua vita e provato a rintracciarlo, ma tutto ciò che resta è un account twitter utilizzato l’ultima volta a luglio 2011, in cui Slade saluta così i suoi follower: “ΑΠΟΦΑΣΙΣΜΕΝΟΙ ΚΑΙ ΟΧΙ ΑΓΑΝΑΚΤΙΣΜΕΝΟΙ”.

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