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Il Segreto della Loggia Amblingh

da Giovanna Colantonio

L'eterno fascino della Loggia Amblingh

La Loggia Amblingh è una delle passeggiate panoramiche più belle d’Abruzzo, perfetta e romantica in ogni stagione, di giorno e di notte. Passeggiando e ammirando il panorama che spazia fino alle Isole Tremiti e, nelle giornate più terse anche fino al Gargano, siamo abbastanza sicuri che non vi sarete mai chiesti cosa ci fa, nel centro di una balconata sul golfo, una piccola cappella esposta all’umidità e alle intemperie. L’avete notata? Perché è proprio lì, e non in un altro posto? 

Il motivo è profondamente legato alla storia di questa città… Scopriamolo insieme con un tuffo nel passato.

Siamo al 1 aprile 1816, e stiamo camminando sulla fascinosa balconata sul mare. L’inverno è stato lungo e rigido, con piogge incessanti e pesanti nevicate, ma oggi no, è il primo giorno in cui si vede il sole! Un tiepido sole comincia a sciogliere la neve che ha ricoperto le campagne sottostanti, collegate direttamente al mare da una dolce collina: una zona ricca di case, uliveti, agrumeti e numerosi possedimenti terrieri. Ci godiamo il profumo fiorito della primavera che sta finalmente per sbocciare. Purtroppo però, qualcosa interrompe la nostra quiete.

Guardando verso il golfo notiamo che sta accadendo uno strano fenomeno: il mare si sta ritirando, in modo del tutto innaturale, e sta lasciando scoperto un lungo pezzo di costa. Il fondale di sabbia, pietre e argille appare nudo ai nostri occhi, sembra addirittura di intravedere colonne sepolte e resti di antiche rovine. Ma non è tutto. Inizia lentamente a sollevarsi, per arrivare a un innalzamento di quasi 4 metri nei successivi tre giorni. Sentiamo che si tratta di un preludio a una imminente catastrofe, e non ci sbagliamo. E così che comincia in modo implacabile una frana, che parte da Porta Catena e arriva fino a Ripa dei Ciechi, oggi sede del supermercato Centro del Vasto, portando a valle tutto quello che incontra e formando enormi voragini nei terreni. Tre giorni tragici. Ci conviene tornare nel presente. 

Fortunatamente il disastro avvenne in modo lento e graduale, e permise agli abitanti della zona di mettersi in salvo. Si pensa che fu proprio l’argilla sottostante a cedere per l’eccessiva presenza di acqua, e a favorire quindi lo smottamento dell’intero costone, che aveva perso la sua base di appoggio. Si narra che da questo episodio i vastesi sentirono la necessità di costruire, proprio nell’area da cui era partita la frana, una piccola cappella dedicata alla Madonna della Catena, per mantenere saldo il terreno e preservare la città da altre sventure. Ecco quindi spiegato il perché di questa presenza: affacciatevi dalla balconata e capirete che… a tutto c’è un motivo!

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