Home Abruzzo Il mistero del Guerriero di Capestrano

Il mistero del Guerriero di Capestrano

da Giovanna Colantonio

Voglia di Cultura?

Il mistero del Guerriero di Capestrano

Se siete in vacanza da queste parti e non avete voglia di andare al mare, o non potete farlo, oggi è la giornata ideale per andare a vedere con i vostri occhi uno dei reperti storici più misteriosi e complicati da decifrare arrivati fino a noi dal passato. Si tratta della statua diventata simbolo dell’Abruzzo per il mondo intero (chi non ricorda la vecchia copertina degli elenchi telefonici?), casualmente ritrovata negli anni ’30 da un agricoltore sotto il suo vitigno, nei pressi di Capestrano, borgo da cui ha preso il nome. Inizialmente chiamato dalla gente del posto “lu mammocce”, che in dialetto abruzzese significa il bamboccio, a quasi 100 anni dal suo ritrovamento, nessuno ancora sa con esattezza che cosa rappresenti.

Stiamo parlando dell’enigmatico Guerriero di Capestrano, al secolo Nevio Pompuledio, scultura in pietra e marmo del VI secolo a.C.. La statua venne classificata con quella di un guerriero, ma destò subito numerose perplessità, tanto da catturare l’attenzione di storici e studiosi di tutto il mondo ed essere richiesta perfino dal Louvre. C’è chi dice che si tratti di una donna, un’ancestrale guerriera, chi, come National Geographic, ha ipotizzato fosse una raffigurazione dell’imperatore romano Numa Pompilio, chi pensa che rappresenti un faraone e chi addirittura è convinto si tratti di un antico astronauta. A stuzzicare la curiosità le sue enormi dimensioni, il gigantesco cappello simile a un sombrero messicano, il fisico senza connotazioni di genere e il suo prosperoso fondoschiena (si dice che toccarlo porti fortuna, ma attenzione, non si può!).

Dove trovarlo?

Il Guerriero è perfettamente conservato e visibile nella sala “Al di là del tempo”, all’interno del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo, a Chieti. Città elegante e misteriosa, storica e aristocratica, sapevate che è tra le città più antiche d’Italia? Si dice che sia stata fondata ancor prima di Roma, dall’eroe omerico Achille, che la chiamò così in onore della madre, la Dea Teti. Dopo aver fatto un giro per il monumentale centro storico, incamminatevi lungo la neoclassica Villa Comunale, fra alberi secolari, fontane, viali e percorsi ombreggiati; ammirate dal belvedere il panorama mozzafiato che si apre sull’intera vallata, e infine recatevi presso la raffinata dimora ottocentesca Villa Frigerj, oggi sede del Museo. 

Potrebbe piacerti anche

Lascia un commento

Registrazione al Tribunale di Vasto n. 147/2017 dell’8 aprile 2017

Direttrice Responsabile: Giovanna Colantonio
Editore: Associazione Culturale Sbadiglio

Contatta la redazione

Link utili

Privacy Policy
Cookie Policy

@2024 – All Right Reserved Disclose Magazine

Translate